De la burbuja a la pandemia. La Spagna plurale e la crisi delle Autonomie, tra europeismo ed euroscetticismi
Parole chiave:
Europa, Spagna, antieuropeismo, Bilinguismo, Orgoglio nazionale, IndipendenzaAbstract
Questo studio intende illustrare una fase di indebolimento del sentimento europeista in Spagna, alimentato dall’ondata di amarezza che ha modificato gli equilibri del policentrismo istituzionale spagnolo a partire dalla crisi economica del 2007 e dalle sue conseguenze. Echi e matrici di una vena euroscettica hanno cominciato a punteggiare il discorso pubblico e quello propagandistico, emergendo come tratto caratteristico da molti documenti, testi e messaggi elaborati e diffusi dalle istituzioni, dai partiti e dai movimenti nazionalisti e indipendentisti di ciascuna regione. Alcune formazioni neologiche, comprese molte delle parole composte introdotte con l’Euro per illustrane e propagandarne il funzionamento e i vantaggi, hanno sperimentato una deriva semantica dal marketing promozionale alla demonizzazione, da un uso neutro e politicamente fin troppo corretto ad un uso aggressivo e politicamente scorretto e da una visione positiva e pseudo-descrittiva a una connotativa e negativa. Questo processo è stato accompagnato e alimentato da crescenti dosi di retorica nazionalista e indipendentista. In ogni Comunità Autonoma e soprattutto in quelle dove lo spagnolo condivide con un idioma locale lo stato di lingua ufficiale ha avuto inizio una stagione amara di grande pressione sul plurilinguismo dello stato spagnolo, entrato nel vicolo cieco di una guerra delle parole e delle lingue di cui ancora non si vede la fine.
Ricevuto: 22-04-2021
Accettato: 29-05-2021
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